Riforniva il figlio di droga, tramite un’infermiera e un agente di Polizia Penitenziaria attivi nel carcere di Lodi, dove il giovane era detenuto. Sono così finiti nei guai madre (agli arresti domiciliari) e figlio, residenti a Pizzighettone, nell’ambito dell’operazione Akron, condotta dalla Polizia di Stato di Lodi, in collaborazione con le questure di Cremona e Milano che ha portato a 19 arresti nelle tre province. I reati contestati sono quelli di corruzione per atti contrari ai doveri d´ufficio, traffico di sostanze stupefacenti e lesioni personali gravissime.
L´indagine dei polizotti della squadra mobile di Lodi era nata nello scorso ottobre dal rinvenimento, nel corso di un controllo di routine nelle celle dei detenuti, e in particolare del giovane pizzighettonese, di una modica quantità di sostanza stupefacente e dei biglietti cartacei su cui erano riportate delle strane istruzioni, rivolte alla madre, in cui le spiegava come consegnare la droga all’infermiera. Un ritrovamento che ha insospettito gli agenti e di cui è stata fatta segnalazione alla Procura di Lodi. E’ emerso così un giro di rifornimento di droga che arrivava presso la casa circondariale, con due intermediari interni al carcere: un agente di Polizia Penitenziaria di 55 anni e un’infermiera di 53.
In sostanza i detenuti ordinavano la droga a soggetti esterni al carcere, che poi utilizzavano dei corrieri incensurati che si occupavano di consegnare la merce ai due funzionari del carcere. Per l´esecuzione degli arresti è impegnato anche personale delle unità speciali Cinofile; unità operative dell'Amministrazione Penitenziaria Regionale della Lombardia.
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