"Procedimento" anche contro un medico dell'infermeria. Sarebbero stati troppo energici. Sessantaquattro avvisi di procedimento sono stati inviati a Palermo dal giudice istruttore Rocco Chinnici ad agenti di custodia e ad uno dei sanitari dell'infermeria del carcere dell'Ucciardone per atti di violenza che sarebbero stati compiuti contro alcuni detenuti.
Gli agenti debbono rispondere di violenza privata e lesioni, mentre il medico - di cui non è stata rivelata l'identità - e quattro delle guardie dovranno chiarire la loro posizione in relazione al reato di omissione di atti d'ufficio e concorso nella falsificazione della cartella clinica di un recluso picchiato e ricoverato nell'infermeria della casa penale palermitana. Il giudice istruttore ha deciso di emettere gli avvisi di reato, indiziando il medico e i 63 agenti di custodia dell'Ucciardone, dopo aver ricevuto gli atti preliminari sulla base delle indagini svolte dal pubblico ministero Messineo.
I fatti si riferiscono all'arrivo, la sera del 29 luglio del 1973, di novanta detenuti di Regina Coeli trasferiti d'urgenza a Palermo dopo una loro vivace protesta per sollecitare la riforma dei codici e la revisione del regolamento interno per più libertà all'interno delle carceri. Scortati a Palermo e rinchiusi nel vecchio istituto di pena, dove sono recluse mediamente 700-800 persone, i detenuti provenienti da Regina Coeli quasi in blocco rifiutarono di entrare nelle celle e a quanto avrebbe riscontrato il sostituto procuratore della Repubblica Messineo sarebbero stati “persuasi” con eccessivo zelo da parte degli agenti di custodia.
La Stampa 15 gennaio 1975